lunedì 17 marzo 2014

La fiamma

Enchanted Doll by Marina Bychkova (http://www.enchanteddoll.com/)
Al mattino la sveglia impostata sul telefono ha un suono metallico, come di un mal di testa pulsante che non si riesce a mandar via, Chiara si alza ancora intontita e si dirige verso il bagno, apre il getto della doccia e aspetta che l'acqua inizi a scaldarsi.

Il bagno è un piccolo regno conteso tra i coinquilini, ciascuno col suo spazio per lozioni, lamette e prodotti per il corpo; la lotta più ardua è per il posto degli asciugamani, con cinque coinquilini ed un solo bagno si è spesso costretti a stenderli in salotto. L'asciugamano per la doccia di James è l'unico che ha conquistato di diritto il pomello vicino alla porta, nessuno si azzarda a toccarlo dato che da quando è nell'appartamento non è mai stato lavato, al limite gli è stato concesso di asciugare lontano dall'umidità del bagno prima di essere rimesso al suo posto, a quest'ora di mattina l'odore acre che emana dal suo tessuto di spugna blu scaccia via il sonno e provoca un leggero malessere.

Al ritorno nella sua stanza Chiara è completamente sveglia, si siede sul letto e distrattamente lascia scorrere gli occhi sul disordine che la circonda mentre friziona i lunghi capelli scuri, la sua pelle ha una fragranza fresca e fruttata, possiede una speciale luminosità dai riflessi color pesca, il suo corpo è armonioso e la vita è sottile, i piedi ancora scalzi hanno conservato una vaga forma da bambina, una volta asciutti i capelli lievemente ondulati sono lucidi e setosi e il trucco è stato applicato con metodo in maniera impeccabile.

Appena fuori casa l'aria è umida ma l'odore del prato tagliato di fresco la rinfranca, attraversa il parco osservando con tenerezza due cani che giocano a rincorrersi e passa uno sguardo veloce sui prezzi esposti del piccolo supermercato, arrivata all'ingresso della metro aspira l'aria un'ultima volta e imbocca il tornello serbando per qualche istante quell'ultimo respiro, come se quello fosse il vero inizio di giornata.

In facoltà ha la sua scrivania e passa molto tempo anche in laboratorio, l'università è competitiva e ci sono giorni in cui si sente scoraggiata dall'ambiente ostile, dai colleghi dalla cordialità studiata ad ottenere il suo aiuto, la sua competenza o i suoi risultati, gli stessi che si tramutano in estranei quando è in cerca di collaborazione; l'attesa per l'articolo inviato è snervante e le colleghe che hanno già ottenuto un risultato non esitano a pavoneggiarsi. Per fortuna non è sempre così, l'eccellenza di un'università prestigiosa porta con sé molte persone appassionate e sinceramente dedite a quello che fanno, gente che è riuscita a comprendere che la chiave della ricerca è nella condivisione, che spesso diventano amicizie con cui si ha in comune ben più del lavoro.

Ci si ritrova spesso in sala mensa a chiacchierare e confrontare le idee delle migliori menti, persone così brillanti tutte in un posto, certi giorni possono metterti addosso una tale soggezione tanto che si dubita della qualità della propria intelligenza, certi altri invece in cui si riesce ad avere la giusta prospettiva Chiara si sente al suo posto e si rende conto di quanto il suo lavoro l'abbia portata lontano.

Fuori dal vecchio edificio, mantenuto in maniera impeccabile, pulsa il cuore di una città dai mille volti, un'opportunità con un'ombra di paura. Chiara ricorda ancora di una gita in collina prima di partire per questa avventura nella grande città, i suoi timori espressi all'amica misti all'emozione di partire, la voglia e l'ansia di strappare la proprie radici per affondarle in una terra nuova.

Mentre cammina per la strada percepisce sulla pelle il contatto con la collanina, la sensazione del metallo del pendente è rassicurante: una pietra iridescente acquistata dai suoi genitori per la quale ha disegnato lei stessa il motivo che la incastona. Agli estranei che incontrano i suoi passi appare un viso di una bellezza particolare, delicata e spontanea; i suoi occhi hanno una forma adatta per i sorrisi, che non mancano mai, spesso quando parla in modo vivace sprigionano una luminosità tutta speciale e l'interlocutore resta a guardarla rapito, ma mai intimorito dalla sua bellezza genuina.

A casa l'aspetta il suo compagno, capelli chiari e broncio accattivante, la bacia e le cinge la vita in modo giocoso chiedendole della sua giornata, non smette di stupirsi della consistenza di quella pelle così perfetta che ti vien voglia di darle un morso e fissa i suoi occhi blu in quelli stanchi ma ancora ridenti di lei; in quella piccola isola di sicurezza si alimenta una fiamma, si costruisce un piccolo mondo al quale tornare per leccarsi le ferite dopo una dura giornata, ma anche per gioire insieme delle vittorie, si condividono cibo e lenzuola, respiri e lacrime, calore e sensazioni, tutto sospeso nell'aria della stanza con vista sul parco.